Romanticissimo film…tanto da portare al pianto. Nulla di melenso e ruffiano strappalacrime, ma tanto denso di verità e sentimenti veri che metterà a dura prova anche i "duri cinefili". Coraggiosa rappresentazione della miseria e della malvagità di una guerra che non può avere vincitori…si perde tutto nell'illusione di difenderlo. Boris e Vera vivono l'inizio del loro amore nei mesi che precedono l'entrata in guerra dell'Unione sovietica contro i nazisti. Il ragazzo partirà volontario, ma non sarebbe comunque stato risparmiato…lui deve partire, altri rimarranno. Imboscato è il cugino di Boris, Mark…che approfitterà della debolezza e del bisogno di protezione di Vera per sposarla. La ragazza attenderà comunque il ritorno del suo amore purtroppo già morto nel fango della trincea. Film importantissimo per la filmografia russa. Affronta senza troppa retorica la situazione dei cittadini sovietici durante e dopo la guerra. Abbandona le direttive del regime e si avvicina alla gente. Usa una "fotografia" che supera la scarna idea del neorealismo italiano e la ammanta con una "epica popolare" sublime e indimenticabile. Accenni di pianosequenza e lunghe e riuscitissime carrellate lo fanno importante anche dal punto di vista tecnico…In breve un film che ha numerosissime ragioni per essere visto. Difficile dimenticare le strette inquadrature del volto di Vera(splendida Samojlova), o la scena della morte di Boris con quelle riprese quasi sperimentali. Un gioiello premiato a Cannes nel '59.