venerdì 26 ottobre 2012

Pagine dal libro di Satana (C.T.Dreyer,1920)

Dreyer era odiato da tutti sul set...non ammetteva repliche e niente meno della perfezione. Il cinema era una missione sacra. La sua Giovanna D'Arco non poteva essere che il miglior film sull'argomento e cosi gli altri suoi lavori. Quest'atteggiamento lo tenne ai margini di un mondo dorato di premi e red carpet che, a dire il vero, non sentiva comunque appartenergli. Ma la fama eterna e gli allori non possono prescindere dalla notorietà, e rimase, per sua scelta, un regista per pochissimi. Questo relativo successo arrivò alla fine dei '20. Prima nulla o quasi nulla si sapeva di Dreyer, prima della sua "Giovanna". Pagine dal libro di satana è uno di quei film/esperimento dove il giovane regista danese, con tutto il suo bagaglio di insegnamenti luterani, si confrontò con la fede e qui in particolare con il male e satana in "persona". La trama: Satana, maledetto da dio, è condannato con sembianze da uomo ad indurre l'umanità al peccato. Dio allungherà la pena al suo "angelo prediletto" se gli uomini non resisteranno alle sue tentazioni, al contrario verrà diminuita per ogni uomo capace di resistergli. Il primo dei quattro episodi in cui è diviso il film (uno per ogni epoca dove satana compirà il suo malvagio intento) è ambientato nei giorni immediatamente precedenti la crocefissione di Cristo. Satana vestito da fariseo aizzerà i sacerdoti a condannare il cristo. Meriterebbe pagine di recensione la sola figura di Giuda, perfetta nello sguardo e capace di trasmetterci immediatamente i pensieri e le convinzioni del regista. Nel secondo atto ci ritroviamo nel XVII secolo, dove la crudele inquisizione spagnola era potentissima e dolore e tortura erano quotidianità. Il nobile Don Gomez era uno studioso di astronomia e sua figlia Isabella di matematica e storia con il monaco Don Fernandez. La ragazza è da tempo nei pensieri del dotto monaco. Questa volta gli occhi di satana li ritroveremo nel Grande Inquisitore che spinge il monaco ad entrare a far parte della stessa Inquisizione, vantandone l'onnipotenza. Il frate accetterà accecato dalla gelosia per il Conte Manuel, amato dalla ragazza. L'infedele servo di Don Gomez lo denuncia per eresia e sarà compito di Don Fernandez arrestare e quindi far giustiziare lui e  sua figlia. Il male ha vinto di nuovo. Terzo atto, Parigi 1793. Sta per essere ghigliottinata la regina Maria Antonietta. Il conte di Chambord, come molti atri, seguirà la stessa sorte del re e della regina, giustiziato sul posto. Satana questa volta è nei panni di un ex servitore del conte, ora rivoluzionario giacobino. Si accorge della fuga della moglie e della figlia del conte con la complicità di un loro domestico, questi verrà indotto dal diavolo ad unirsi a loro giacobini e a pretendere con il ricatto la giovane figlia del conte come sua sposa. Le tradirà vigliaccamente quando verranno condotte davanti al tribunale del popolo...e Satana avrà ancora dimostrato il suo potere sull'uomo. Quarto ed ultimo atto, Finlandia 1918. Gli ideali dei rivoluzionari russi varcano il confine e nel piccolo paese di Hirola si svolge un dramma familiare. Una giovane donna (Siri) e suo marito devono subire il ricatto di un parente innamorato della ragazza. Minaccia di denunciare l'uomo, che aiuta i "bianchi", ai filo-russi. In Finlandia è piena guerra civile e Satana, con le sembianze di un monaco filo-russo (molto somigliante a Rasputin) vuole costringere Siri, ora telegrafista per i "Bianchi" a mandare loro un messaggio che li attirerà in una imboscata, se non lo farà sarà la sua famiglia a subirne le conseguenze. Siri si rifiuta e muore per difendere ideali e patria. Satana, secondo i patti, dovrebbe ora vedere ridotta la sua pena...ma il male non può non essere dove ci sono gli uomini. Trama complessa e film difficile da seguire. E' un perfetto esempio di come dovrebbero essere costruite le scene, le inquadrature e i personaggi. Dreyer è fortemente influenzato dalla sua religiosità e dalle sue idee conservatrici, sembra quasi voler girare un inconsapevole film di regime e alcune scelte, una per tutti il suo dipingere eroica la figura di Maria Antonietta, risultano a tratti fastidiose. Ma, tolto questo, non possiamo non rimanere stupefatti da come nel 1920 un quasi autodidatta cineasta sia riuscito a creare tanto perfetto cinema. Vuole e ottiene epici i suoi fotogrammi e i volti dei suoi attori. I film che seguiranno nella filmografia del regista danese sono di gran lunga migliori di questo...ma in quei primi anni 20, per la sua modernità e perfezione, Pagine dal libro di Satana deve esser sembrato a tutti un'opera partorita dallo stesso demonio protagonista del film.