Le opere prime sono quasi per definizione lavori imperfetti, ancora pieni di troppe ingenuità o, bene che vada, di un eccessivo slancio creativo che porta l'immaturo regista a strafare in concetti da rappresentare o produrre solo sterili dimostrazioni dell'aver frequentato scuole di cinema. Questo vale per la stragrande maggioranza…non per i "nati bravi" come Mario Bava. Aver respirato "cinema" da bambino grazie al padre Eugenio che si occupò della fotografia di celeberrimi film muti del cinema nazionale (per tutti: Quo Vadis,1912 e Cabiria,1914) ha aiutato il "nostro" ad essere, prima che regista, un costruttore di inquadrature. Immaginava la scena, la "fotografava", la illuminava e non si limitava mai al solo comando "azione". Doveva scolpire il suo film, toccarlo, ancor prima di girare. Dicevamo della sua opera prima…La maschera del demonio, dove Bava è anche direttore della fotografia (che definirei perfetta) e, prima di ogni cosa, inventore di effetti speciali (che per lui potremo dire "effetti geniali") che hanno dato il gusto, a chi vedrà horror da quel momento in poi, di discernere un bel film da un Super8 della domenica. Gli occhi della Steele diventano stereotipi del panico o si trasformano in motivo di ribrezzo (vedi la scena della "reincarnazione" di Asa, che procurò mancamenti nelle educate sale italiane) e la scena iniziale, dove la strega viene uccisa e inchiodata ad un legno con una maschera demoniaca munita di enormi chiodi, che da allora sarà la scena cult per definizione. La trama: Asa, accusata di stregoneria, viene giustiziata, come abbiamo già detto, insieme al suo amante…muore non prima di aver lanciato maledizioni verso i suoi aguzzini, tra i quali il fratello di lei, e la loro discendenza. Secoli dopo due uomini, visitando un vecchio castello, incontreranno quella che nel fisico è l'esatta copia di Asa ma è in realtà una sua pronipote..la strega è sepolta in quel castello e dopo il suo (bellissimo) risveglio sconvolgerà la vita di tutti. Dopo Bava verranno Margheriti e Freda e dopo ancora Argento…ma l'Italia aveva già conosciuto il suo miglior regista di film horror.