martedì 2 ottobre 2012

Il disprezzo (J.L. Godard, 1963)


Ispirato ad un racconto di Moravia e atto d'accusa e d'amore verso il cinema. Paul Javal(M.Piccoli) è uno sceneggiatore di relativo successo. Ha una moglie bellissima e vive con lei una vita felice (apparentemente). I suoi ultimi lavori hanno convinto un produttore americano ad affidargli la stesura di un film su l'Odissea, diretta da (udite,udite) Fritz Lang. Camille (la moglie di Paul, una incantevole Bardot) segue annoiata il marito tra i teatri sfatti di Cinecittà, incontra il ricco e "diversamente elegante" produttore americano che inevitabilmente ne rimane colpito…diventa l'ossessione dell'uomo. Tanto ossessionato da lei da rimandare le trattative con Paul, creando occasioni per rivederla. Il potere, il carattere autoritario e decisionista del produttore sono quanto manca all'uggioso Paul…e di questo Camille lo accusa. Gli rimprovera il suo dare per scontata la vita e non pretendere il massimo…il dare per ovvia addirittura la sua donna e la sua bellezza. Inizia a flirtare con l'americano, disprezzando il marito..le sue decisioni non prese e il non averla preferita alla possibilità di avere quel lavoro. Tutto avrà fine in una "teatrale" villa caprese…Un film sui film, dove Godard accusa e alza il tiro verso una colpevole banalizzazione della "settima arte". E' convinto che il tentativo di renderla facile da capire la porterà a morire. Ci vuole coraggio e magari sbagliare, si deve sperimentare e questo,  dice Godard, è il "difficile" nel fare cinema. Il cinema classico e  ispiratore, quello del saggio Lang, del risoluto Lang che abbandona la Germania pur di non avere a che fare con Goebbels e la sua idea di cinema. Un film, che non può essere solo un'immagine in movimento…ma che ci deve far sentire il peso del fotogramma successivo, dello sforzo fatto per ottenerlo. Se si decide di "creare" arte per renderla di tutti si deve "rispettarla", e non "disprezzarla" (come da titolo) con la banalità e l'ovvio. Da vedere in originale sottotitolato…troppi tagli e sbagli di montaggio nella versione italiana, quasi un contrappasso per un film così.