...Tutto
accade, ma accade senza i "perchè"...Tutto è claustrofobia,
segregazione, sangue e dolore, per anni per lunghissimi anni...di
prigionia e voglia di vendetta. Dae-su è la vittima, lo è sua
moglie...ma non è questo il suo solo "ruolo" nel film...dovrà scoprire che ben altro
copione gli riserverà il suo aguzzino. L'uso di armi, il martello e delle
forbici sono momenti raccapriccianti, occasioni per raggelare..ma poi niente saranno paragonati allo straziante lamento
dei violini sulle ultime scene del film, quando tutto finalmente ci verrà svelato.(!!) Quelle note lacerano lo stomaco e portano al pianto, romanticismo e
dramma. Il miglior film di Park Chan-Wook, il migliore della famigerata sua trilogia.
Una regia perfetta per un film di una bellezza commovente...Se esiste un
dolore insopportabile deve essere esattamente cosi. Perdere un film
come questo è perdere gran parte del bello del cinema d'autore.