...Un
grandissimo capolavoro. La potenza, perchè di questo dobbiamo
parlare..la potenza delle immagini volute da Dreyer è travolgente. I
fotogrammi emanano un persistente gelido soffio che ci trascina ad essere Anne,
destinata alla morte, accusata di non essere come sarebbe stato suo
dovere essere. Gli occhi di lei e la sua ferma e sofferta decisione di
annullarsi sono il grido che il film e il
suo regista ci donano per sempre...dono da usare contro l'ipocrito
conformismo e il vigliacco celarsi dietro le regole e i preconcetti. La
Danimarca del film (è il 1600) è qualsiasi luogo in qualsiasi
tempo...dove sempre una strega sarà colpevole e sempre una morale
cullerà i sonni dei piccoli uomini. Dreyer è anche Vampyr e Giovanna
D'Arco, ma Dies Irae è quanto il suo genio ha meglio saputo fare...