...Bava confeziona senza badare a critica
e critici un film hitchcockiano, thriller e ironia. Senza volontà di
misurarsi veramente con il baronetto, ma quasi omaggiandolo sul filo
della parodia e della dissacrazione. Mostra palesemente i trucchi e gli
stereotipi del thriller d'oltremanica...amplifican done le ovvietà (un telefono senza linea durante un temporale,
un gatto che spaventa la bella protagonista e porte sinistramente
chiuse) Ambientato tra le piazze, i palazzi e le scale di Roma, il
regista ne coglie tutta la bellezza eterna e riesce a renderla pari alla Londra fumosa come da copione. Tutto, di tutto accade alla
protagonista, ragazza americana appassionata di libri gialli...ogni
passo una vicenda, un omicidio..ma sarà realtà o tutto frutto della sua
fantasia? Atmosfere tanto belle e ben fotografate da risultare quasi
troppo di maniera..ma restano una grande firma del genio Bava...(fate
caso alla breve sequenza dove una semplice pozzanghera diventa una
magnifica ripresa per mostrare l'alba che arriva). Film imperdibile per
chi ama Roma e le sue bellezze..o magari ci vive. Riprese che hanno il
sapore dei Lang e del suo "M"...Bava si mostra degno dei grandi e tanto
sottovalutato da far gridare vendetta. Unico neo è la recitazione
mediocre (forse anche questo parte del gioco)...attori poco credibili e
che tendono al clichè e non credono abbastanza al film che
interpretano..e questo si avverte. E' l'epoca della Cinecittà gloriosa,
delle maestranze capaci, di quei primi anni dei '60...J.Saxon prende il
caffè ogni mattina a Via veneto e quella Roma non era solo dei De Sica e
compagni, ma anche del grande Bava.