martedì 21 agosto 2012

La ragazza che sapeva troppo (M.Bava, 1963)

...Bava confeziona senza badare a critica e critici un film hitchcockiano, thriller e ironia. Senza volontà di misurarsi veramente con il baronetto, ma quasi omaggiandolo sul filo della parodia e della dissacrazione. Mostra palesemente i trucchi e gli stereotipi del thriller d'oltremanica...amplificandone le ovvietà (un telefono senza linea durante un temporale, un gatto che spaventa la bella protagonista e porte sinistramente chiuse) Ambientato tra le piazze, i palazzi e le scale di Roma, il regista ne coglie tutta la bellezza eterna e riesce a renderla pari alla Londra fumosa come da copione. Tutto, di tutto accade alla protagonista, ragazza americana appassionata di libri gialli...ogni passo una vicenda, un omicidio..ma sarà realtà o tutto frutto della sua fantasia? Atmosfere tanto belle e ben fotografate da risultare quasi troppo di maniera..ma restano una grande firma del genio Bava...(fate caso alla breve sequenza dove una semplice pozzanghera diventa una magnifica ripresa per mostrare l'alba che arriva). Film imperdibile per chi ama Roma e le sue bellezze..o magari ci vive. Riprese che hanno il sapore dei Lang e del suo "M"...Bava si mostra degno dei grandi e tanto sottovalutato da far gridare vendetta. Unico neo è la recitazione mediocre (forse anche questo parte del gioco)...attori poco credibili e che tendono al clichè e non credono abbastanza al film che interpretano..e questo si avverte. E' l'epoca della Cinecittà gloriosa, delle maestranze capaci, di quei primi anni dei '60...J.Saxon prende il caffè ogni mattina a Via veneto e quella Roma non era solo dei De Sica e compagni, ma anche del grande Bava.