...Sicuramenmte un horror, ma azzarderei anche
una definizione alternativa...un horror-sociologico. Ci sono gli
elementi del classico film "de paura" jap e ad altissimi livelli ma
anche molto più che quelli. Il film è lento, non per errore ma per
scelta. Vuole rappresentare un naturale scorrere del tempo nelle
giornate di alcuni studenti/lavoratori, dove le vicende saranno sfilettate di terrore...e dico: TERRORE. L'aspetto sociologico è nel
voler rappresentare l'apparente totale connessione che abbiamo nell'era
di internet vista qui come maschera di una assoluta solitudine, non
risolta con la "rete" ma enormemente accentuata. Se avete problemi con
l'addormentarvi dopo un film "leggermente aspro" evitate questo...dopo
minuti di calma e quasi noia si vivono secondi, e pochi bastano, che
farebbero decidere di smetterla li, con questo e con gli horror in
generale. Dopo Ringu è il migliore del genere (credo io)...e Kurosawa è
bravo. Geniale filo conduttore la trovata delle "stanze misteriose"
chiuse sigillate con del nastro rosso...dei varchi da evitare ma anche per questo
inevitabili. Una storia di fantasmi, che
vivono con noi, che comunicano, che una volta mostratoci l'abisso e il
loro esserci ci portano via con loro...