giovedì 23 agosto 2012

A snake of june (S.Tsukamoto, 2002)

...Un attore è anche corpo...carne e sangue. Essere capaci di far recitare anche il respiro o il cenno di una mano è bagaglio di pochi registi. Tsukamoto muove i suoi personaggi in ambienti piovosi e che già da soli riescono a far sentire il bisogno di chiudersi in casa...di non mostrarsi bagnati, dalla pioggia e dalle nostre stesse particolari diversità. L'obiettivo di una macchina fotografica diventa bisturi...taglia, indaga e guarisce. Ormai il malessere ha avvolto l'esistenza e percorre la società...suicidi, perversioni e manie sono la cartina di tornasole del grado raggiunto...due individui, sembra dirci Tsukamoto, possono incontrarsi ormai solo condividendo un dramma...la felicità è cosa non più dell'uomo. Fotografia virata in blu, quello del gelido ghiaccio dei rapporti...scaldati dalla passione fugace e da un eros latente, unica individuale consolazione. Molto bello...Asuka Kurosawa ammalia.