...L'ormai
celebre creatore di Tetsuo usa ancora la MDP con quella frenesia e
irrequietezza che lo contraddistinguono, ma qui alterna a questo "calme"
statuarie e lentezze atemporali. Un film vive di una
storia, di un racconto...certamente, ma per Tsukamoto un film racconta
con le immagini, visioni chiare o complesse, mai banali...Ci racconta di
due gemelli, separati per il rifiuto dei genitori di allevare uno dei
due, "marchiato" da una orrenda voglia a forma di serpente...chiaro
segno di sventura e, ancor peggio, evidente dissonanza dalla ricerca
della perfezione...una vera religione per un giapponese. Lo scontro dei
due vedrà la presenza di una donna, i capelli/serpenti di lei percorrono
i frame del film, scandendolo e segnandolo con le loro forme e
lunghezza. Cresciuta come il fratello respinto nei bassifondi
maleodoranti della città (siamo presumibilmente nei primi anni del
'900). Compagni e complici i due vivono di ruberie e passione
animale...poi di vendetta per lui e attrazione per lei per la scoperta
del gemello vissuto nell'agiatezza...con un finale non scontato e ben
riuscito. Particolare attenzione la si deve ai costumi, ricercatissimi
sia nel caso che servano a rappresentare la ricchezza e la tradizione di
una classe benestante che in particolar modo nell'esplosione di colori,
stracci e stranezze dei bassifondi, suggestiva "corte dei miracoli" in
salsa Jap..Qui Tsukamoto incastona una sua personale visione della
societa e della lotta di classe (non è un film politico ma il concetto è
presente). Vede combattivi e furiosi miserabili come dei lupi famelici,
questi attentano l'esistenza e l'estetica impeccabile della classe
dirigente, ma non riescono o non vogliono sconfiggerla...Il loro intento
vero è prendere posto e sembianze dei padroni stessi e di opprimere e
creare altri poveri. Cinico, anzi..nichilista. La volontà del regista di
colpirci con immagini perfette, definite e simmetriche è
evidentissima..quasi sovrabbondante. Vuole dimostrare il suo estro senza
alcuna modestia...si spinge ai confini dell'umiliare chi si fregia del
titolo di "regista" con troppa facilità, avendo solo diretto delle
semplici sequenze temporali da videoamatore della domenica...o poco di
più. L'arte a volte è dei vanitosi...e quando si hanno le doti per
poterselo permettere...si eccelle su tutti. Questo è
Tsukamoto..l'esagerato.