giovedì 31 gennaio 2013

La jena - L'uomo di mezzanotte / The Body Snatcher (R.Wise,1945)


La Jena è l'esempio esatto di quanto possa essere importante praticare la pignoleria quando si decide di girare un film in costume. Un film ambientato indietro nel tempo, in una location che partecipa esattamente alla recitazione, che è essa stessa attrice. Nel nostro caso la Scozia della prima metà dell'800. Non si deve cadere nell'eccesso, nel vanto del particolare…scollare i dialoghi e la recitazione da una credibile narrazione, si deve percorrere un sottile sentiero di sobrietà, che permetta il calarsi di che gode del film in una naturale atmosfera d'altri tempi. Fondamentale quindi la sceneggiatura, la costruzione del set e la piena consapevolezza di regista e collaboratori che nulla debba turbare l'idea che lo spettatore ha di quei tempi passati. Grande aiuto nel far questo si ha prendendo come ispirazione un romanzo (magari di una certa fama) ambientato all'epoca dei fatti e usandone le atmosfere come guida per scene e recitazione. Qui abbiamo il racconto Il ladro di cadaveri di Stevenson (quello di Jekyll e Hyde) del 1884 che a sua volta deve ispirazione ad una vicenda realmente accaduta nel 1820 in Inghilterra. La scienza e il timore che questa potesse farsi nemica verso l'individuo è alla base di molti romanzi di Stevenson e di questo bel film. La medicina era roba da temerari pionieri e l'uso dei cadaveri per sperimentare e impratichirsi era abitudine comune. Non sempre il numero delle "cavie" risultava sufficiente e si ricorreva al furto della salma per "soddisfare" la grande richiesta. Tema di fondo del film, come del libro, è una evidente e drammatica ambiguità che respiriamo nella vicenda e grazie all'ottima recitazione degli attori. Un continuo fraseggio tra il bene e il male che non può che provocare tensione e angoscia. Il dottore buono e capace di curare una bambina affetta da una grave malformazione alla spina dorsale deve arrivare a servirsi di macabri sotterfugi per continuare la sua scienza, di individui senza scrupoli e finanche dell'omicidio. Motivo di vanto del film è una superba recitazione, tutti gli interpreti sono all'altezza della situazione e donano credibilità ai personaggi. Spicca un nome su tutti che per i divoratori di horror classici è poco meno di un'icona…parlo di quel Boris karloff (La mummia, Scarface, Black Cat…) che con la sua carrozza, il suo cavallo lento per le strade di Edimburgo sembra incarnare la morte stessa. Implacabile ghigno e vero ritratto di crudeltà…malvagio come non potrebbe di più e dalla meravigliosa mimica, vera dote naturale. Spiace invece il piccolo ruolo dato ad un altro grande attore, quel Bela Lugosi che fu il Dracula di Browning. Ormai nella legenda è la rivalità tra questi due attori. Sfida che non ebbe vincitori…ma che contribuì a regalarci bel cinema. Ennesima peculiarità del film è una evidente volontà di "non mostrare" l'oggetto della paura, di non provocare il facile ribrezzo con carni straziate e sangue, ma l'uso del potere dell'immaginazione come veicolo di inquietudine. L'assassinio della giovane mendicante, il suo cantare interrotto dal mostro o quell'ultima corsa della carrozza nel finale del film sono scene guida nel firmamento dei classici dell'horror. La trama: Edimburgo, 1831. Per i suoi studi di anatomia il professor McFarlane ha bisogno di cadaveri. Glieli procura un ambiguo vetturino (Karloff) il quale non si limita a saccheggiare le tombe, ma arriva anche all'assassinio e a ricattare il professore. I due, il bene e il male in lotta, arriveranno a scontrarsi…sembrerà vincere il bene, ma nulla è ancora deciso. Il male esiste per la stessa esistenza del bene e viceversa…questo l'insegnamento del film e del libro di Stevenson. Film da consigliare senza esitazione. (di seguito il film completo nella rara versione a colori...ma preferite il B/W)