lunedì 15 aprile 2013

Vampiri amanti - The vampire lovers (R. Ward Baker, 1970)


Parliamo di vampiri e di erotismo. Un binomio vincente da sempre, dalle prime apparizioni letterarie di canini affilati e svolazzanti pipistrelli. La sensualità e la fascinazione sono le armi preferite dai vari "nosferatu" che hanno affollato schermi cinematografici e, prima ancora, le pagine di un libro. Dalle poco armoniose, ma indimenticabili, sembianze di Orlok allo sguardo magnetico del Dracula di Browning, fino al damerino di Coppola, nessuno o, ancor meglio, nessuna, poteva dirsi indifferente e non mostrare quindi il collo al morso fatale del vampiro. Non sfuggono a questa regola le figure femminili che, forse più ancora dei colleghi maschietti, rappresentarono appieno l'archetipo dell'insaziabile beone di sangue altrui. Come tutte le figure iconiche che hanno fatto fortuna sul grande schermo, anche per quella della "vampiressa" abbiamo un racconto, un romanzo di riferimento. Ci stupirà sapere che la prima apparizione di una donna vampiro in letteratura anticiperà anche lo stesso famigerato Dracula di Stoker. Quest'ultimo pubblicato solo nel 1897, ben 25(!!)anni dopo la Carmilla di J.Sheridan Le Fanu. A Carmilla e alle sue gesta si sono ispirati innumerevoli cineasti, di ogni tempo e più o meno seriamente. Chi ne ha fatto un'eroina rivoluzionaria, chi un diavolo, chi il solo pretesto per un porno di pessima fattura...ma per tutti è stata musa e stimolo creativo. Aveva letto di lei Dreyer per il personaggio di Marguerite nel suo magnifico Vampyr, ma volle più mostrarne l'animo nero e le atmosfere gotiche più che riproporne fedelmente il racconto. Lo avevano letto quelli della mitica Hammer Film Productions (casa cinematografica britannica specializzata in Horror) quando proposero al bravo Roy Ward Baker di dirigere un film (e questo è l'oggetto della recenzione) ispirato alla nostra Carmilla...e Baker non li deluse. Cercò gli attori giusti, cercò la sua protagonista tra molte e poi scelse Ingrid Pitt. Non la più celebre, non la più brava, ma sicuramente la migliore in sensualità, che divenne in quei primi anni '70 sinonimo stesso di erotismo. La Pitt plasma una Carmilla assolutamente travolgente, che ammalia per la sola presenza in scena, ma non dimentica di arricchire il suo personaggio con una vena malinconica e quasi di rassegnazione per la sua condizione di forzata malvagità, cosa che effettivamente traspare nel romanzo di La Fanu. I numerosi e mai volgari nudi che sono presenti nel film aiutarono certo ad ottenere quella sensualità cercata dal regista, ma più ancora poterono le carezze saffiche della Pitt, profuse a praticamente tutte le donne presenti nel film. Una carnalità prorompente e sconvolgente tanto quanto un sortilegio o una pozione, un gioco tra donne, predatrici o prede, che relega le figure maschili a poco più che comparse o al massimo ad essere cacciatori di demoni, fustigatori della libertà femminile, che fa paura…paura del diverso. Questo era la libertaria Carmilla di La Fanu, un demone perchè lontano dalla conservatrice Inghilterra di inizio '800, ingessata dalle tradizioni ma vogliosa d'avventura. Ottimamente recitato, oltre la Pitt è da segnalare un compassatissimo e bravo Peter Cushing (icona della Hammer), e di ottima fattura la fotografia che gioca su varianti della saturazione per sottolineare particolari momenti nello svolgere del film. Vampiri amanti è, almeno tra gli appassionati vampirofoli, uno dei film culto, odiato da chi odia il genere e amato da chi ha abituato occhi e sensi a percepire la fugacità di uno sguardo o la minima variazione su temi visti e forse abusati. Nel piccolo olimpo dei registi che affrontarono il tema della donna-vampiro, oltre il citato Dreyer e Baker, una scheggia impazzita risponde al nome di Jean Rollin, visionario pittore di immagini e alienanti figure femminili (ma di questo parleremo in altri post). Vampiri amanti è il primo film della Trilogia dei Karnstein, insieme ai due  che seguirono: Mircalla, l'amante immortale(1970) e Le figlie di Dracula(1971). Sul cosa oggi il cinema proponga nel genere "vampirismo" è buona educazione tacere, rare eccezioni (Lasciami entrare di Alfredson) non bastano a salvarlo dalla completa resa ai film dai facili e ruffiani incassi. La trama: Nella Stiria di fine ’800, una sedicente contessa (Dawn Addams) lascia sua figlia Marcilla (Ingrid Pitt) a riposarsi presso la casa del generale Spielsdorf (Peter Cushing) mentre lei parte per un viaggio. Laura (Pippa Steele), figlia del generale, diventa amica di Marcilla, ma si ammala in modo misterioso. Ha incubi terribili e, nonostante le cure, muore. Tempo dopo, Marcilla, che questa volta si fa chiamare Carmilla, ricompare nei pressi della villa di un vicino del generale Spielsdorf e, anche questa volta, quando viene ospitata nella villa, la figlia del proprietario, Emma (Madeline Smith), si ammala misteriosamente dopo aver intrecciato una morbosa relazione con lei. Vampirismo, è la diagnosi, ma la cura sarà difficile. Film completo nel link di seguito.