venerdì 10 gennaio 2014

Contronatura - The Unnaturals (A.Margheriti,1969)

Anni venti del secolo scorso…è notte e piove. Ricchi e annoiati personaggi intraprendono un viaggio d’affari in auto, c’è un’eredità da acquisire. Cogliamo la tensione e il loro forzato socializzare nello sguardo e nelle musiche (le belle musiche di Carlo Savina) che danno già, in poche battute, atmosfera al film appena iniziato. Non sono ancora finiti i titoli di testa che quel guardarsi furtivo delle due protagoniste femminili ha già dato interesse al tutto (quel continuo sottolineare il rapporto “contronatura”, così lo si definisce nel "datato" e quasi offensivo trailer che segue questa recensione, di praticamente tutte le interpreti femminili indignò, almeno quanto in realtà li attrasse, parecchi benpensanti all’uscita del film). Già più volte Margheriti, nei pochi minuti trascorsi, ha inquadrato l’acqua (elemento che ricorre in tutto il film) e le molte pozze di fango sulla strada...acqua e fango che fanno da metafora alle anime nere dei personaggi che sta per farci conoscere e che saranno la perfetta rappresentazione della giustizia “soprannaturale” che si abbatterà su quella congrega di pessime persone in un finale famoso e, come vedremo, molto discusso. Scorrono flashback che ci aiutano a inquadrare le storie dei 5 protagonisti. Arcy Barret è il proprietario, il padrone…al suo servizio c’è il nuovo fattore Alfred e i il contabile Ben Taylor, che insieme alla moglie Vivian e all’amante di Arcy, Margareth, compongono il gruppo di “amici” in viaggio. Un incidente all’auto li costringe a riparare in una casa isolata nel bosco…continua a piovere a dirotto e ancora una volta, in quella casa, dovranno confrontarsi con la loro natura di cinici e traditori. Ora il film ha finalmente la sua svolta horror, si rivela una delle più eleganti ghost-story del cinema italiano e la bravura di Margheriti è ormai palese a tutti. Le atmosfere gotiche dei castelli e delle cripte hanno, in questo film, la loro naturale evoluzione. Le muffe degli antichi manieri e delle tombe sono ora qualcosa di più impalpabile, ora è l’animo umano e le sue “segrete” stanze ad essere tetro quanto la tomba di Asa nella Maschera del Demonio o la stanze delle torture in un film di Corman. Nella casa li “attende” Uriat, il nostro e bravo Luigi Pigozzi, e una seduta spiritica in corso. Uriat e sua madre invitano gli avventori ad unirsi a loro nel riformare la catena che servirà per evocare gli spiriti dei loro congiunti o conoscenti…accettare quell’invito si rivelerà essere l’errore più grande della loro vita. Vivian e Margareth non parteciperanno alle seduta e raggiungeranno una stanza che, come ambiguamente sottolinea Uriat, ha il camino eccesso e il letto pronto. Il modo con cui viene ripresa e il racconto stesso della seduta sono vera prova d’artista, il modo in cui Margheriti alterna primi piani e passaggi temporali è magari a volte anche lezioso ed eccessivo ma non si può non riconoscere la mano di un grande regista e quanto evidentemente tenesse alla riuscita del suo film…amava quest’opera e la cesellò come meglio non avrebbe potuto. Un flashback e le note frastornanti di un charleston spaccano il silenzio della stanza in cui sono riuniti per evocare lo spirito del parente di Arcibald, parente a cui deve le sue ricchezze, e una tremenda verità, nel racconto di una notte di molti anni addietro, sta per essere svelata. Ora gli ingredienti dei classici dell’horror ci sono tutti. Il soprannaturale, l’eros e il vero mostro che sempre spaventa, il solo che non si riesce mai a guardare negli occhi..l’animo umano, la coscienza e le sue perversioni. Tutto in questo lavoro è manifesto di quel genere di film, è classico quanto peculiare, e questo grazie al suo sceneggiatore, regista e padre…Antonio Margheriti. Nessuno ha scritto e parlato di quest’opera senza citare quel famigerato finale che dopo dieci anni dall’uscita di Contronatura, fece sobbalzare dalla poltrona quanti lo videro nel 1969 nel film di Margheriti e lo rividero nel 1980 in Shining. Quel finale e l’idea stessa alla base del film sono sorprendentemente, direi “spaventosamente”, simili…i grandi classici dell’horror non esisterebbero senza i quasi dimenticati film di genere o artisti come Margheriti. Contronatura - The Unnaturals è un’opera importantissima nel panorama classic-horror internazionale. Lo sappiamo noi, lo sanno i critici autorevoli e (senza paura di esagerare)…lo sapeva bene anche Stanley Kubrick.

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