mercoledì 5 giugno 2013

Il conte Dracula (J.Franco,1969)


Parlando di Jesus Franco si citano, quasi esclusivamente e spesso sghignazzando, i suoi film più trash, i suoi a dir poco bizzarri e anche meno che mediocri filmetti erotico/horror commerciali. Effettivamente l'obbiettivo di Franco ha ripreso qualunque sogno, incubo e delirio avesse mai potuto partorire quella sua mente libertaria. Ha coccolato le manie e le perversioni di un particolare pubblico da B-movie (sexploitation, nazispoitation…) e ha provocato disgusto ai delicati palati di certa critica benpensante e ottusa. Questo non vuol significare che Jess (come amava farsi chiamare il regista spagnolo) debba essere posto nell'olimpo dei registi mondiali, e neanche farlo portatore di un qualche genio incompreso…era un decente cineasta, con buona tecnica e, cosa oggi rara, era un conoscitore vero del cinema. Arrivava a citare senza vergogna Murnau e Lang quando girava film come Greta, la donna bestia (exploitation estremo e malato) o il suo famigerato Vampyros Lesbos (psichedeliche visioni lesbo-libertarie). Aveva amore sconfinato per il cinema e, con pazienza e volontà, tra i fotogrammi dei suoi più o meno riusciti film si riscontra tutta quella sua passione e quella sincera voglia di "fare cinema". Prova di questo sia il film in questione: Il Conte Dracula. Soggetto quantomeno abusato e fin dal titolo inteso dal regista come l'esatta e perfetta rappresentazione sullo schermo del romanzo di Stoker. L'erotismo tipico delle pellicole di Franco qui è quasi scomparso. Solo le movenze e il fascino (infinito) di Soledad Miranda (Lucy, nel film) fanno tornare alla mente quei caratteristici "sapori" alla Jesus Franco che lo resero famoso ai più. Il romanzo è esattamente la scenografia…e questo è limite e peculiarità allo stesso momento. Ingabbia la fantasia del regista e perde in interesse, ma nessun altro film sul famoso Conte è mai stato così perfettamente quel romanzo. La trama è quindi ben nota…e altrettanto noto è l'attore che Franco sceglie per interpretare Dracula. E' quel Christopher Lee che già nel '58, per la Hammer film, incarnò un iconico e per molti insuperato vampiro. Il film è girato con una estrema attenzione (incredibile se pensiamo ai budget da miseria solitamente accordati a Franco) alla location e ai costumi. Un giusto e credibile sapore gotico è il mood di tutto il girato. Oltre Lee troviamo la musa di moltissimi film di Franco, quella Soledad Miranda che era per il regista spagnolo come fu la Steele per Freda, Margheriti e Bava. Bellezza semplice e quasi ingenua, ma capace sul set di catturare sguardi e provocare "pensieri"…una perfetta interprete delle volontà e dell'erotismo franchiano. Il perfezionismo del regista nel voler ripercorrere fedelmente il romanzo arrivò fino a munire di bianchi ed enormi baffoni il suo Dracula, cosa che vi sembrerà banale ma nessuno, non Murnau e neanche Browning, li riproposero mai sul grande schermo (solo il damerino di Coppola nel '92 li porta…ma non sembra essere cosa intenzionale) Questo è solo un semplice aneddoto che ci aiuta a capire quanto questo film per Franco volesse essere il manifesto del suo amore per quei classici del cinema horror, che vide e rivide, che amò e mai dimentico di citare nelle sue pellicole tanto bistrattate. Non ne risulterà un film eccezionale, la lentezza del girato è a tratti soporifera, l'aspetto tecnico degli effetti speciali rasenta il ridicolo, ma alcuni spunti e alcune scene dove la Soledad impera sono di buona fattura. Musiche di livello e meravigliosa, ieratica e muta presenza di Klaus Kinski, che interpreterà un Renfield memorabile. La trama: La vicenda è famosa ad ogni, anche accidentale,  conoscitore di cinema…mi evito l'inutile racconto.