Tratto da un celebre racconto di George Laungelaan, uno di quelli quasi stereotipati dove la scienziato supera i limiti possibili e sfida, da novello Ulisse, l'uomo, la sua natura e fallisce inevitabilmente. Il film è di una esattezza formale quasi impeccabile. L'equilibrio è il suo segno distintivo, perfetto è il ritmo e senza inutili aggiunte il girato di Neumann. Dialoghi che risentono di un linguaggio forbito e di maniera (almeno nel doppiaggio italiano) e questo, insieme ad una elegante location borghese, partecipa a tanta misuratissima armonia dell'insieme. Più facile quindi sottolinearne le particolarità, che, se pur poche, hanno lasciato un notevole segno nella storia dei film horror classici. La ricerca della tensione e il suo raggiungimento vengono demandati a tutta una serie di gesti e buone battute che culminano in pochi secondi di reale paura e riuscendo a portare chi guarda ad immedesimarsi con l'attore in scena, sia esso umano o insetto… Esempio di questo discorso è il telo nero che coprirà per buona parte del film la testa del nostro sfortunato scienziato, potrebbe sembrare un impedimento al corretto svolgere del film e un puerile escamotage per attirare facile attenzione, ma vedremo come si otterrà con l'aiuto di una sapiente sceneggiatura il risultato esattamente contrario, attesa della scena madre e tensione vera. Questo dimostra ancora una volta che nella finzione di un film l'importanza del "non visto" è tanto e magari di più del "mostrato". Nessun regista potrà mai girare l'invisibile, ma la mente umana può far questo e ben altro, creando con l'aiuto di quelle immagini in movimento una realtà parallela al film stesso…un luogo dove si condizionano a vicenda quelle storie viste su uno schermo con i propri ricordi ed esperienze, e questo fa di ogni film un personale evento. Buona la recitazione dei vari attori, abbiamo un Vincent Price d'ordinanza e (cosa difficile da credere per la sua natura di mattatore puro) non egemone protagonista, una brava Patricia Owens nel ruolo della protagonista femminile e un formalissimo ma convincente David Hedison. L'esperimento del Dottor K ebbe notevoli riconoscimenti, non ultimo l'inserimento tra i 100 miglior Sci-Fi della storia, che giustificarono l'enorme budget che impegnò la pellicola per essere portata a termine. Caso più unico che raro è l'esistenza e la buona riuscita di un remake di questo film girato da Cronenberg nel 1986, dove il regista canadese sguazza in acque conosciute trattando il film di mutamenti e innaturali innesti uomo-animale senza dimenticare, da par suo, di indagarne le inevitabili implicazioni psicologiche. La trama: In seguito a una tragica fatalità (una mosca è entrata nella capsula con un uomo), un esperimento sulla trasmissione dei corpi attraverso la loro disintegrazione e successiva materializzazione ha un drammatico risultato: si formano due ibridi mostruosi, una mosca con la testa d'uomo e un uomo con la testa d'insetto. Per l'infelice sperimentatore sarà la tragedia...