Vicino ad Avignone, un vecchio maniero è adibito a scuola di rieducazione per ragazze, che in altri ambiti sarebbero definite "poco di buono" o dal carattere ribelle. A dirigere il centro è un'austera insegnante, dal carattere freddo e con un approccio addirittura glaciale nei confronti delle studentesse.
In un clima di autentica dittatura, le ragazze che disobbediscono alle ferree regole, subiscono punizioni corporali durissime, mentre il figlio adolescente della direttrice vive segregato in una stanza del castello, spiando i movimenti delle studentesse...alcune ragazze spariscono, uccise da una mano misteriosa e armata.
Film che rappresenta la sintesi di quanto il cinema di genere ha saputo dare. Ovviamente le opinioni personali possono portare le stelle del giudizio ad essere ora appena sufficienti ora il massimo voto possibile...ma nessuno, nessun cultore o semplice appassionato, potrebbe mai rimanere indifferente alla visione di questo gioiello. Tra le mura di quella "Residencia" (titolo originale del film) scorrono le bassezze dell'animo umano e le paure. Aguzzine in erba opprimono le loro compagne, la loro efferatezza, un primordiale assaggio di nazisploitation senza croci uncinate, contribuisce a rendere l'aria del collegio assolutamente malsana e insopportabile. La regia sapiente, le musiche perfettamente cucite alle scene quanto quelle di un muto di inizio secolo, la recitazione (su tutte quella della bravissima Lilli Palmer) sempre credibile, tutto questo rende la visione del film godibile e appagante, come solo i veri capolavori riescono a fare. E' un gotico esemplare, curato in particolari che altri avrebbero tranquillamente trascurato, lo è così tanto da oltrepassare la misura del maniacale. Eccelse sono le sequenze degli omocidi (un rallenty indimenticabile), come lo sono le scenografie e la fotografia. Serrador si dimostra regista capace e "omaggiato" da tanti (Dario Argento prende più di qualche spunto per il suo "Suspiria"). Nulla di complesso nella trama, oppressi ed oppressori...nulla di criptico se non l'identità dello spietato assassino che ci regalerà anche un bel finale, bello e degno di tanto film. Fughe notturne, amplessi e omicidi sono gli ingredienti con i quali Serrador combina una di quelle opere che hanno vita propria nell'universo cinematografico, che passano oltre i confini di genere e arrivano al piacere puro del cinema. Quando, come accade durante la visione, riusciamo a percepire anche il più piccolo cambiamento di luce e temperatura, a partecipare alla paura e ad annusare l'animo meschino dei personaggi, quando questo accade ci troviamo di fronte ad un capolavoro certo. La Residencia è un film sadico, lugubre e assolutamente indispensabile
In un clima di autentica dittatura, le ragazze che disobbediscono alle ferree regole, subiscono punizioni corporali durissime, mentre il figlio adolescente della direttrice vive segregato in una stanza del castello, spiando i movimenti delle studentesse...alcune ragazze spariscono, uccise da una mano misteriosa e armata.
Film che rappresenta la sintesi di quanto il cinema di genere ha saputo dare. Ovviamente le opinioni personali possono portare le stelle del giudizio ad essere ora appena sufficienti ora il massimo voto possibile...ma nessuno, nessun cultore o semplice appassionato, potrebbe mai rimanere indifferente alla visione di questo gioiello. Tra le mura di quella "Residencia" (titolo originale del film) scorrono le bassezze dell'animo umano e le paure. Aguzzine in erba opprimono le loro compagne, la loro efferatezza, un primordiale assaggio di nazisploitation senza croci uncinate, contribuisce a rendere l'aria del collegio assolutamente malsana e insopportabile. La regia sapiente, le musiche perfettamente cucite alle scene quanto quelle di un muto di inizio secolo, la recitazione (su tutte quella della bravissima Lilli Palmer) sempre credibile, tutto questo rende la visione del film godibile e appagante, come solo i veri capolavori riescono a fare. E' un gotico esemplare, curato in particolari che altri avrebbero tranquillamente trascurato, lo è così tanto da oltrepassare la misura del maniacale. Eccelse sono le sequenze degli omocidi (un rallenty indimenticabile), come lo sono le scenografie e la fotografia. Serrador si dimostra regista capace e "omaggiato" da tanti (Dario Argento prende più di qualche spunto per il suo "Suspiria"). Nulla di complesso nella trama, oppressi ed oppressori...nulla di criptico se non l'identità dello spietato assassino che ci regalerà anche un bel finale, bello e degno di tanto film. Fughe notturne, amplessi e omicidi sono gli ingredienti con i quali Serrador combina una di quelle opere che hanno vita propria nell'universo cinematografico, che passano oltre i confini di genere e arrivano al piacere puro del cinema. Quando, come accade durante la visione, riusciamo a percepire anche il più piccolo cambiamento di luce e temperatura, a partecipare alla paura e ad annusare l'animo meschino dei personaggi, quando questo accade ci troviamo di fronte ad un capolavoro certo. La Residencia è un film sadico, lugubre e assolutamente indispensabile
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