martedì 12 agosto 2014

L'orgia dei morti - La orgia de los muertos (J.L.Merino, 1973)

E’ una notte tempestosa quella in cui si svolge il funerale del barone Kauth Minauli. I suoi possedimenti, fra cui il castello di Skopje, vengono ereditati dal nipote Serge. Quando il giovane raggiunge il maniero sperduto nella lugubre atmosfera dei Carpazi, s’imbatte in strani personaggi, tra i quali spicca un geniale e pazzo scienziato che afferma di aver scoperto il modo di resuscitare i morti. Insospettito dal ritrovamento del corpo della cugina impiccata, Serge organizza una seduta spiritica per far luce sulla sua misteriosa morte…
Nel pensare il soggetto di un film horror, soprattutto di uno di quelli che avevano come massima aspirazione i cinema di provincia, cadere nel facile utilizzo dei tanti stereotipi del genere non è solo una cosa accidentale…ma spesso è voluta e consapevole. L’orgia dei morti è una vetrina di innumerevoli di questi stereotipi. Un inizio vagamente ispirato a Stoker, un pizzico di morti viventi e uno scienziato pazzo sono gli ingredienti per un polpettone di tante confortevoli e riconoscibili situazioni che aiutano l’appassionato a godere del film tanto quanto invece indignano il ricercatore/critico sempre in cerca di chissà quale originalità e peculiarità. J.L. Merino (il regista) ha a disposizione un cast italo-spagnolo (così come lo è la produzione) che non possiamo certo definire dei campioni della settima arte. Primo fra tutti il biondo protagonista (Stan Cooper), che lascia i set dei mediocri western e delle commedie nostrane ( Cooper all’anagrafe è Stevio Rosi) e si misura in questo suoi ultimo film con una voglia di recitare pari a quella che ha un condannato a morte di salire sul patibolo. Il resto degli attori non è certo di miglior livello e neanche i dialoghi sono abbastanza per giustificare la visione del film…ma un qualcosa di apprezzabile c’è, tanto buono da spiccare in tanta mediocrità. La scenografia (opera dello stesso Merino), questa è la vera sorpresa. Ottima e ben fotografata. L’atmosfera gotica e funeraria, il buon make-up dei non morti e qualche buona trovata del regista ci offrono una ragione per trascurare recitazione e banalità e terminare la visione del film. Ovviamente questo non basta per far apparire un capolavoro un film mediocre e se avrete la curiosità di vedere la pellicola di Merino preparatevi anche a dimenticarla presto. La parte dove il film è più una caricatura delle indagine di Holmes che horror è grottesco e seriamente irritante…personaggi come l’ispettore e il sindaco riusciranno a stento a non provocarvi una risata. Un film che merita una visione solo se siete divoratori di tutto quello che appartiene all’horror vintage o…parenti di uno degli interpreti.

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