Il dottor Jekyll sta lavorando al siero dell’eterna giovinezza. Allo scopo preleva ormoni dai cadaveri di giovani ragazze e se li inietta. Ben presto subisce una trasformazione e questa volta il classico Mr. Hyde è una donna: Barbara.
Capita a volte di amare devotamente dei film considerati minori, uno di quei film che, per molti, ha il solo merito di allungare la lista dei lavori nella filmografia di un regista. Barbara, il mostro di Londra è uno di questi. Non un’opera sconosciuta, è pur sempre una delle migliori (a parer mio) produzioni della benemerita Hammer, ma non ha mai raggiunto i livelli riservati ai grandi classici…un film minore di ottima fattura, questa è la più diffusa opinione tra gli spocchiosi e monotoni critici cinematografici. Invece meriterebbe podi e allori, meriterebbe le proiezioni nelle lezioni di regia e le citazioni nelle dotte pagine dei libri sul cinema. Nulla, non uno sguardo, non un dialogo sono lasciati al caso e ogni personaggio, principale o minore, sarebbe degno di essere esso stesso il protagonista in altrettanti film. Lo sono i due profanatori di tombe, il becchino e tanti altri…ma prima di ogni altro lo è una Londra nebbiosa e cinica, quella dei bordelli e dei pub di fine ‘800, quella dei vicoli e dei misteri. Il soggetto è preso dal Jekyll e Hyde di Stevenson, ma stravolto e contaminato con i delitti di Whitechapel e Jack the Ripper. Il tutto a plasmare una sintesi di indubbio fascino e di inevitabile unicità. La pellicola scorre piacevolmente e senza annoiare, i delitti sono atroci ma nei limiti del “guardabile” e l’erotismo lega e condisce tutto il girato. Sarebbe certo stato difficile immaginare il contrario dopo aver letto il nome della protagonista femminile, quella Martine Beswick che l’Italia conoscerà meglio nei film con Franchi e Ingrassia (Ultimo tango a Zagarolo) ma che il mondo aveva già “ammirata” come una delle più seducenti Bond-girls (Dalla Russia con amore e Operazione Tuono). Il trucco, il geniale trucco, è sicuramente l’aver trovato due protagonisti (Ralph Bates e la Beswick) con una somiglianza quasi “familiare”. La “trasformazione” da Dottor Jekyll a Sister Hyde è credibile quanto intrigante e ne guadagna tutto il film, risultando un godibilissimo horror di una volta, che non si prende sul serio e utilizza l’incredibile per intrattenere più che per disorientare. Sdoppiamento della personalità, transessualità o meglio ancora androginia sono il colpo d’ariete alla cultura vittoriana, ma intesa come perfetta metafora degli sconvolgimenti sociali e sessuali che l’Inghilterra dei primi anni ’70 viveva giornalmente. Barbara, il mostro di Londra è un film da non perdere e da dissotterrare dalla catasta dei moltissimi film di genere dimenticati negli scaffali delle videoteche…di un’opera, a volte, si perdono le tracce per decisione sbagliata di chi si nasconde dietro le facili e “banali” citazioni dei soli blasonati film horror vintage e dimentica quanto di buono e, spesso, di notevole esista nei film minori. Ci sarebbe da stupirsi più e più volte nel rendersi conto di quanto i “capolavori” premiati debbano, per personaggi e atmosfere, ai loro “cugini” minori…esperimenti e parco giochi di tanti talentuosi quanto poco “agganciati” registi di genere. Da godere assolutamente in lingua originale, il perfetto inglese e la recitazione di tutti aumenta il valore generale dell’opera.
Nessun commento:
Posta un commento