martedì 13 novembre 2012

Le avventure del ragazzo dal palo elettrico (S.Tsukamoto,1987)


Un giovane studente con un palo elettrico nella schiena e vampiri punk vestiti come i Kiss e che si spostano su skate-board senza ruote in un futuro apocalittico, è questo il film. Questo il film con quel titolo tanto strano che è il biglietto da visita di uno dei registi più peculiari del panorama nipponico degli ultimi 25anni. S.Tsukamoto nei 45min di Le avventure del ragazzo dal palo elettrico crea un gioiello di mediometraggio che lo aiuterà a guadagnarsi attenzione per quelle che saranno le sue opere più famose (Tetsuo per tutti). Velocissime inquadrature e un montaggio frenetico tengono il ritmo e l'interesse alto per l'intera durata del film. Risulta inutile ostinarsi a comprendere immediatamente la trama, molto più divertente è trovare il genio di Tsukamoto nelle sue trovate e percepire che nulla neanche il singolo frame è lasciato al caso. Uno sguardo allucinato, un gesto repentino e le assurdità di contorno confezionano un girato simile nella tecnica a quei telefilm giapponesi anni 70 con supereroi alla Megaloman, che avevano per noi europei quelle strane movenze e quei picchi di assurdo che ci piacevano tanto. La trama: Hikari è un ragazzo che subisce il bullismo dei suoi compagni che lo emarginano per una sua a dir poco stranezza fisica, ha un palo elettrico che esce dalla schiena (se non è fantasia questa). Viene teletrasportato 25 anni nel futuro e si ritroverà da subito e inconsapevolmente a combattere con una banda di vampiri punk chiamati Shinsegumi. Questi cattivoni stanno mettendo in pericolo la popolazione di Tokyo e toccherà a Hikari, al suo palo e ad alcuni altri personaggi salvare Tokyo e magari il mondo. Forse il nostro amato regista vuole nascondere insegnamenti e morali nel suo mini-film, forse la rivalsa del giovane palomunito, che da bersaglio di risa e scherno diventa il supereroe indispensabile, può essere vista paradossalmente una vicenda educativa, ma nessuno chiederebbe la logica e la morale ad una fiaba come questa, se logica e insegnamento esistono vengono percepite in un modo più subliminale che non banalmente esplicitato da sermoni e facili metafore. Tutto il film è colmo di un umorismo (son sicuro che esiste una parola giapponese più adatta a descrivere il concetto) particolare e certo alieno al nostro, ma anche questo aiuta al raggiungimento dello scopo...far diventare un oscuro wired-film un piccolo cult da ricordare.